martedì 30 settembre 2014

Un classico del giornalismo...


Questo è un classico dell'orrore, a dire il vero, ma c'è sempre qualche titolista che ci casca in pieno.

domenica 28 settembre 2014

La squisita sensibilità del Corriere on line


Due bimbi morti travolti da una muraglia di fango, due genitori distrutti che si autoaccuseranno a vita per quanto successo, e quei segaioli di titolisti del Corriere della Sega on line, con puro sprezzo del pericolo, non trovano di meglio che parlare di dramma per undici milionari che hanno perso una partita di pallone...

Pancetta affumicata fatta in casa

Grazie ai consigli forniti dagli appassionati grillers di BBQ4ALL, ho deciso di cimentarmi anch'io in questa preparazione casalinga: e devo ammettere che il risultato non ha deluso le aspettative.

Per iniziare, ci si procura un bel pezzo di pancetta dal macellaio (essendo la prima volta che mi cimentavo nell'impresa, mi sono limitato a un pezzo di un chilogrammo circa):


Per sicurezza l'ho divisa in quattro parti, che ho massaggiato con un mix di aglio, sale, pepe, zucchero, bacche di ginepro e rosmarino.



Poi ho messi i pezzi dentro delle buste da congelatore, e le ho riposte in frigo per cinque giorni (l'ideale sarebbe forse avere una macchina per il sottovuoto):



Ogni giorno giravo sottosopra la carne (che nel frattempo, grazie all'azione del mix, butta dei liquidi): aprendo il frigorifero annusavo a pieni polmoni un profumo incredibile!


Il sesto giorno ho sciacquato la pancetta sotto acqua corrente, l'ho asciugata per bene e l'ho riposta in frigo a farla "seccare" su un piatto:



Il settimo giorno, finalmente, l'affumicatura (effettuata, sulle braci di carbone, con legnetti di hickory ammollati in acqua)!







Ho aspettato che la ciccia raggiungesse i 70 gradi interni (forse un po' troppo velocemente, in tutto ho impiegato circa 90 minuti), e questo è il risultato:





Ne ho tagliata giusto qualche fettina e l'ho velocemente grigliata sulla piastra per renderla croccante.



Un pezzo invece l'ho fatto a cubetti.


e l'indomani ho preparato una amatriciana deliziosa.



Probabilmente merito anche dei bucatini Garofalo.


mercoledì 24 settembre 2014

Lettere al Direttore / 1



Riceviamo e pubblichiamo:

Gentile Direttore,
mi congratulo innanzitutto con Lei per il Suo nuovo, accattivante progetto editoriale. Mi onoro di seguirLa sin dai tempi della Sua splendida partecipazione a Domenica In, nel marzo 1985, dove ebbe modo di presentare il Suo appassionante legal thriller "Avviso di varicocele". Vengo subito al dunque, e Le giro una domanda che qualche tempo fa, durante la consueta passeggiata mattutina, mi ha rivolto il mio beagle Gasparetto (e a cui, non avendo la Sua sapienza, non ho potuto rispondere): "Perché io ho un collare e un guinzaglio e tu no?".
Cordiali saluti

Marco F., Saronno (VA)

Gentile amico, la ringrazio per i complimenti. Il suo beagle Gasparetto pone una domanda ingenua perché parte da un punto di vista sbagliato, quindi rimane vittima del suo essere se stesso: in quanto cane, Gasparetto fraintende la portata esperenziale della prossimità io-tu (con scivolamento nell'egli, stiamo attenti a questo!) e finisce con il cullarsi su vecchie pratiche desuete, rimanendo vittima del suo narcisismo (un po' provocato, un po' determinato). Rimane però un ulteriore punto interrogativo: Gasparetto è stato sverminato?

martedì 23 settembre 2014

Twilight Kingdom - Lisa Gerrard


Ascoltato casualmente ieri prima di cena, scaricato pochi minuti fa direttamente dal sito dell'artista: ah, come sono lontani i tempi in cui sovrascrivevo una vecchia audiocassetta TDK da 60 minuti per fare spazio agli Iron Maiden o agli Scorpions (per tacere dei tempi in cui non possedevo un registratore!).
Questo neoarrivato Twilight kingdom è affascinante, per chi apprezza il genere e soprattutto la inconfondibile voce di Lisa Gerrard e le atmosfere che sa creare con i suoi vocalizzi.
La più bella, a mio parere, è Of love undone (trad. Dell'amore sfatto?).

lunedì 22 settembre 2014

La felicità dell'ignoranza


Non penso sia un problema di costi (anche se qualche volta mi girano un po' gli zebedei, a vedere certe cifre), perché sulle bancarelle si trovano anche dei classici a prezzi stracciati (ah, che nostalgia per i 100 pagine 1000 lire della Newton, andavo ancora a scuola!), e poi non è detto che una debba leggere solo Proust o Melville o Verga, o ponderosi tomi da seicento pagine sulla fenomenologia dello spirito della ragion critica da un punto di vista materialistico, ma sapere che in Italia solo il 49,3 per cento delle donne e il 36,4 per cento degli uomini ha letto almeno un libro nel corso del 2013. Ma una famiglia su dieci (10,3 per cento) non possiede nemmeno un libro in casa; il 64 per cento ne ha al massimo 100 [...] Il numero di libri letti rimane comunque modesto: il 46,6 per cento dei lettori dichiara di avere letto al massimo tre libri nel corso dell'anno e il 13,9 per cento sostiene di leggere almeno un libro al mese. Una tendenza negativa riconducibile alla "scarsezza di interesse, di denaro o di tempo" deve far pensare che forse la televisione ha fatto molti più danni di quanto pensiamo. 
Io sono uno di quelli che forse farebbe alzare la media, considerato che mediamente acquisto una trentina di libri l'anno, riesco a leggerne se va bene una ventina, e se entro in una libreria devo resistere all'impulso di venirne fuori senza comprare almeno un altro pezzo per la mia collezione. 
Ma quello che mi fa più pensare è che una famiglia su dieci non possiede nemmeno un libro in casa: che razza di bestie abbiamo intorno a noi?

domenica 21 settembre 2014

The Leftovers / 1



Ho amato moltissimo, dalla prima all'ultima puntata, questa spettacolare serie americana trasmessa da Sky, in cui si raccontano le vicissitudini degli abitanti della cittadina di Mapleton, poco lontano da New York, tre anni dopo un evento eccezionale che ha sconvolto il mondo intero: la sparizione improvvisa del 2% della popolazione, svanita chissà come ma soprattutto chissà dove (vediamo un frammento di quanto accaduto proprio all'inizio della prima puntata). La serie, tratta da un romanzo di Tom Perrotta, racconta la storia ovviamente dal punto di vista dei "sopravvissuti" i quali, davanti a una tragedia simile, cercano di dare all'accaduto un senso più o meno razionale, tentando di continuare a portare avanti le proprie vite, o più o meno irrazionale, come avviene agli adepti del Santo Wayne o ai Colpevoli Sopravvissuti, misteriosa setta di gente che veste di bianco, comunica solo per mezzo della scrittura e fuma sigarette per proclamare la propria fede.